Lampedusa, affonda barcone: 92 morti e 250 dispersi (da Linkiesta – 03.10.2013)

Inchiesta sull’isola Porta d’Europa

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Naufragio di un’imbarcazione con circa 500 migranti a bordo. Nell’isola già 4mila arrivi nel 2013

Una barca arriva a Lampedusa mentre un agente aspetta sull’isola (Afp)

Sale a 83 il numero di cadaveri recuperati finora nel naufragio avvenuto a largo di Lampedusa. Al bilancio dei soccorritori si aggiungono 151 sopravvissuti e circa 250 dispersi. Le prime stime indicano che l’imbarcazione ospitava “almeno” 500 persone. Il barcone carico di migranti si è rovesciato a poca distanza dalla riva e ha preso fuoco a circa mezzo miglio dall’Isola dei Conigli di fronte a Lampedusa. Tra le vittime ci sono due bambini, un maschio e una femmina.

Il sindaco dell’isola, Giusi Nicolini, riferisce anche che tra i superstiti è stato individuato e fermato un presunto scafista. I cadaveri, che si trovano al momento sul molo Favarolo a Lampedusa, saranno trasferiti nell’hangar dell’aeroporto dell’isola.

Come ha riferito a Skytg24 Antonino Candela, commissario straordinario dell’Assistenza sanitaria di Palermo, ora operativo a Lampedusa, già intorno alla mezzanotte si era verificato «un altro sbarco, di 463 siriani, con 30 bambini dei quali una piccola di appena 2 mesi».

«Probabilmente, si è capovolto a causa dei movimenti scomposti delle centinaia di persone a bordo, nel momento in cui hanno visto terra«, ha spiegato Candela, «in base a quella che è la mia esperienza». Ci sarebbero però anche altre ricostruzioni. Secondo i carabinieri, alcuni dei migranti avrebbero dato fuoco a una coperta per farsi vedere, causando un incendio di grosse dimensioni sul barcone. Una ricostruzione accreditata anche dal sindaco Nicolini.

I primi soccorsi sono stati dati da barche turistiche che, sentendo le urla in acqua, sono intervenute. Proprio oggi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano era intervenuto sul tema del diritto di asilo. In un messaggio inviato per la presentazione del «Rapporto Italiani nel Mondo 2013» della Fondazione Migrantes, il Capo dello Stato ha invitato a rivedere con «maggiore sensibilità» le politiche di accoglienza.

Sulla tragedia è intervenuto con un tweet Papa Francesco, che a Lampedusa è andato al luglio nel suo primo viaggio da Pontefice

Preghiamo Dio per le vittime del tragico naufragio a largo di Lampedusa.

 

Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha annullato il vertice e la conferenza stampa dei ministri del Pdl prevista per le 12 e ha annunciato che si recherà nell’isola. Con lui ci sarà anche la presidente della Camera Laura Boldrini.

«Fatto punto su immane tragedia Lampedusa con Alfano e vertici ministero che si recheranno subito sul luogo disastro per i primi interventi», ha scritto su Twitter il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Alfano, che riferirà nei prossimi giorni al Parlamento, è già partito in direzione dell’isola. Dove, secondo le ultime notizie, si recherà anche il ministro dell’Integrazione Cécile Kyenge.

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«Ci siamo assueffatti alle morti degli immigrati sui barconi. Se fossero stati bianchi su una nave da crociera, ne avremmo parlato anche nei talk show»

I numeri, dall’apertura dei centri a oggi parlano chiaro, in particolare sul centro di primo soccorso di Lampedusa: a quanto risulta a Linkiesta nei soli primi sei mesi del 2013 gli sbarcati sono stati poco meno di 4mila con circa 50 sbarchi avvenuti sull’isola. Andando a ritroso nella lettura dei numeri sul centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa si rileva come le presenze siano in costante crescita e con picchi significativi. Per esempio, sul sito del Ministero dell’Interno i dati disponibili viaggiano tra il 2005 e l’ottobre del 2009. Più significativi sono invece i numeri nella disponibilità della prefettura di Agrigento, che tracciano un quadro più completo dei flussi riguardanti gli ingressi al CDA di Lampedusa. Il picco massimo, dato non desumibile dai dati rilasciati dal Ministero dell’Interno, si è avuto nel 2011 quando gli sbarcati nell’intero anno sono stati 51.922.

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Essendo un centro di primo soccorso e accoglienza gli immigrati vengono poi smistati, tuttavia lo stesso centro più di una volta si è trovato a fare i conti con il sovraffollamento arrivando a picchi di 1847 ospiti su ottocento posti disponibili in regime di emergenza, mentre in condizioni di normalità i posti sarebbero 381. «Per ora la situazione è sotto controllo» spiega a Linkiesta Barbara Molinario dell’UNHCR (l’alto commissariato per i rifugiati) che la scorsa settimana è stata in ricognizione proprio a Lampedusa, «il flusso degli arrivi è ancora gestibile, ma l’attenzione deve comunque rimanere alta, vista anche l’instabilità politica dei paesi nordafricani». Uno dei punti nevralgici della situazione all’interno di CIE, CDA e CARA riguarda anche il personale di vigilanza, al momento affidato a una taskforce delle Forze dell’ Ordine che ha raggiunto le 150 unità a Lampedusa e circa 700 su tutti i centri in Italia.

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Un impiego che, spiega a Linkiesta Daniele Tissone, segretario generale del sindacato di Polizia Silp/Cgil, costa «circa 35-40 milioni di euro», una cifra, prosegue Tissone «che appare spropositata in un paese che dovrebbe impiegare simili energie nella lotta alla criminalità organizzata come nel controllo del territorio liberando, così, risorse che potrebbero essere utilizzate altrove». Insomma, nei centri demandati alla prima accoglienza e all’asilo degli immigrati potrebbe esserci un maggiore impiego di personale di assistenza rispetto a quello di vigilanza, anche se non mancano alcune situazioni problematiche come quella del Centro di primo soccorso e assistenza di Pozzallo (Ragusa). Qui, è convinzione diffusa tra le forze di polizia, sembra un vero e proprio CIE con difficoltà operative e logistiche per il personale di vigilanza, che dovrebbe essere impiegato solo in situazioni di emergenza, ma che invece è praticamente una presenza fissa.

Ovviamente fanno capolino nella vicenda anche le dotazioni di bilancio e i provvedimenti che mancano da parte del governo, su cui Tissone ritorna «si rende necessario un provvedimento del governo che, ad oggi, non ha ancora trovato soluzione alcuna con diverse migliaia di euro di risorse non pagate che gravano sul personale che, dallo scorso autunno, attende, ancora, di essere remunerato». Un provvedimento che ancora oggi non è arrivato e su cui i sindacati di polizia stanno cercando di dirottare l’attenzione del governo, fino ad ora senza risultato.

La Porta d’Europa a Lampedusa (Flickr – amemainda)

 Twitter: @lucarinaldi