Cina – La politica del figlio unico di Anna Ditta*

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(Reuters/Stringer)

*http://www.thepostinternazionale.it/mondo/cina/la-politica-del-figlio-unico

Dopo più di trent’anni, il governo cinese sta considerando l’ipotesi di modificare la sua politica di restrizione delle nascite

Li Xue ama lo studio ma non ha mai trascorso un giorno a scuola. Un secondogenito nato illegalmente sotto la politica del figlio unico in Cina, infatti, non ha diritto all’istruzione pubblica o all’assistenza sanitaria sovvenzionata dallo Stato.

La Cnn racconta che la madre delle due ragazze è rimasta inaspettatamente incinta nel 1993. Nonostante i rischi, è andata avanti con la gravidanza, ma lei e suo marito non hanno potuto pagare la penalità di 5.000 yuan (820 dollari) e così le autorità hanno negato a Li i documenti “hukou”, che danno diritto ai cittadini a un alloggio e all’istruzione.

Secondo la stampa pubblica, il governo sta discutendo l’introduzione di una politica che consentirebbe di avere due figli piuttosto che uno a partire dal 2015, ma alcuni temono che i cambiamenti significativi arriveranno troppo tardi: la politica del figlio unico ha condotto il tasso di natalità a 1.4 bambini per donna, ben più basso del tasso necessario per mantenere il livello di popolazione (2.1 per donna). La Cina sta ormai invecchiando a un ritmo impressionante, e la forza lavoro si è notevolmente ridotta negli ultimi anni, rischiando di danneggiare lo sviluppo economico del Paese.

La politica del figlio unico si basa su un sistema abbastanza complesso: le coppie che vivono in città possono avere solo un bambino, le famiglie di campagna possono averne un secondo se il primo è una ragazza e le donne appartenenti a minoranze etniche hanno il permesso di dare alla luce due o tre bambini nel corso della loro vita. Ma il denaro è un fattore chiave: chi può permettersi di pagare le sanzioni può facilmente avere un secondo o un terzo figlio.

Nel corso degli anni, Pechino ha sottolineato i benefici che ne hanno tratto le coppie, mentre chi si è schierato contro tale politica sostiene che il numero delle nascite fosse già diminuito prima che questa entrasse in vigore e adesso anche coloro che la ritenevano necessaria concordano nel dire che non ve ne sia più bisogno.

Anche se tale politica è riuscita a rallentare la crescita della popolazione della Cina, essa è stata ampiamente criticata perché ha condotto ad aborti forzati illegali, che sono stati a volte utilizzati per farla rispettare.

11.11.2013

di Anna Ditta